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Videosorveglianza

Pubblicato da Evotek in Videosorveglianza · 6/5/2016 09:30:00
Tags: videosorveglianzasicurezzatelecamere
È uno dei campi che conosce un continuo e costante sviluppo di par passo con l'evoluzione tecnologica. Di essa si fa ampio uso nel settore della vigilanza privata.
Un sistema di videosorveglianza è spesso associato ad un impianto di allarme antifurto in quanto consente una sinergia fra la necessità di protezione, di avviso e di verifica di quanto segnalato dal sistema di antifurto. La videosorveglianza si è diffusa anche in ambito domestico grazie al basso costo delle telecamere (in particolare per i modelli IP, collegabili ad internet): è possibile controllare la propria casa tramite internet, tramite smartphone e simili.

La videosorveglianza nasce in ambito analogico, la sua storia è molto più breve di quella dei sistemi anti-intrusione, presenti nella storia dell'uomo sino dall'antichità in diverse forme ed applicazioni.
Il primo esperimento di TVCC viene attribuito all'ingegnere tedesco Walter Bruch nel 1942. L'impianto venne realizzato dalla Siemens AG a Peenemunde sulla rampa di lancio Prüfstand VIIe serviva a monitorare i lanci dei razzi V-2, i più sofisticati missili militari della Seconda guerra mondiale.
Per quanto riguarda la registrazione video, il prototipo di registratore su nastro magnetico fu sviluppato nel 1952 dalla Ampex sviluppò un prototipo di registratore video su nastro che utilizzava una testina rotante ed un nastro che si muoveva relativamente lentamente.
All'inizio del 1956 la Ampex fece esordire il VR-1000, il primo della serie dei registratori su nastro video da 2 pollici Quadruplex (4 tracce). La prima trasmissione televisiva registrata magneticamente e trasmessa in differita usando il nuovo sistema di registrazione Ampex fu "Douglas Edwards and the News", un programma della CBS, il 30 novembre del 1956.
L'assemblaggio "Quad head" aveva 4 testine che ruotavano a 14.400 rpm. Scrivevano il segnale video verticalmente lungo la larghezza di un nastro largo 2 pollici (circa 5 cm) che si muoveva alla velocità di 15 pollici (38 cm) al secondo.
Questo permetteva a programmi lunghi ore di essere registrati su una singola bobina (nel 1956 una bobina di nastro costava 300 dollari, equivalenti a circa 2.000 dollari nel 2000, e i registratori costavano da circa 75.000 a 100.000 dollari, circa mezzo milione di dollari di oggi).
Per le prime applicazioni ad uso non militare bisogna attendere il 1965, quando gli Stati Uniti, intuirono il prezioso contributo che un sistema di videosorveglianza avrebbe potuto offrire per il controllo del territorio.
Nel 1967 la Ampex introdusse il VR-3000, un registratore video portatile, che rivoluzionò la registrazione televisiva di alta qualità sul campo, senza necessità di lunghi cavi o veicoli di supporto. Immagini televisive potevano essere raccolte ovunque, anche da aerei, elicotteri o barche. Il primo sistema che sostituiva le ingombranti e scomode bobine con le prime cassette compatte contenenti un nastro magnetico, fu introdotto dalla Sony verso la fine degli anni sessanta, ma il sistema era ancora molto poco pratico.
Nel Regno Unito nei primi anni settanta fu l'IRA, a contribuire ad una diffusione massiccia degli impianti di videosorveglianza, nella metà degli anni 70 si ha la prima rivoluzione elettronica nella videosorveglianza, con l'introduzione del CCD, un piccolo circuito integrato in grado di acquisire le immagini e di sostituire il più ingombrante e costoso tubo Vidicon.
Nel 1972 la Philips lanciò sul mercato l'N1500, probabilmente l'antenato dei sistemi di videoregistrazione domestica, di dimensioni molto più contenute, perciò adatto per le applicazioni di uso domestico. Tuttavia il sistema era ancora molto costoso e la durata delle registrazioni era piuttosto limitata, infatti su una cassetta era possibile registrare non oltre 30 minuti di video.
Il 1º giugno 1975 la Sony lanciò sul mercato giapponese i primi due modelli di Betamax, il lettore SL-6300 e la console LV-1801. Dopo un anno e 30000 prodotti venduti, però, arrivò il VHSdella JVC, apparentemente simile, ma in realtà molto diverso dal Betamax. Le cassette erano di maggiori dimensioni, la qualità era decisamente più scadente ma la capacità di immagazzinamento per ogni singolo nastro arrivò a toccare perfino le 4 ore.
A differenza di SonyJVC cercò altri alleati, diffondendo e vendendo il brevetto VHS anche ad altre aziende, sia tra i produttori che tra le case cinematografiche e questo contribuì ad una solida affermazione del prodotto e soprattutto a mantenere i prezzi del VHS più bassi rispetto al concorrente. Pochi anni più tardi comparvero i primi registratori VHS time laps, con i quali divenne possibile registrare in maniera economica, fino a 960 ore di filmati su una stessa videocassetta.
Nel 1999 comparvero sul mercato i primi DVR, apparati in grado di acquisire un video e archiviarlo su hard-disk.
Con gli anni 2000 inizia l'era della videosorveglianza come trasmissione e storage di dati digitali (non più segnali analogici). Il sistema di trasmissione e collegamento più diffuso per applicazioni CCTV analogiche è di fatto il cavo coassiale RG59, con crimpatura di terminali BNC. La trasmissione digitale di dati video CCTV si sviluppa invece sullo standard Ethernet, che utilizza cavi in rame multicoppia twistati UTP e STP per la trasmissione dati su protocollo TCP/IP.
Infine, grazie all'utilizzo del protocollo universalmente riconosciuto come standard per la trasmissione dati, l'evoluzione della videosorveglianza digitale (che inizieremo a chiamare IP) ha permesso la completa integrazione di questi sistemi nelle reti di calcolatori moderne, favorendone la diffusione.
Strumenti tipicamente utilizzati[modifica | modifica wikitesto]
Solitamente vengono utilizzate telecamere filari. La telecamera ordinaria tuttavia non può effettuare visioni notturne. (Es. se si posiziona una telecamera in un vialetto di un Hotel o di una casa appena il sole tramonterà guardando il monitor alla quale è collegata la telecamera, non si potranno vedere le riprese).
La soluzione adottata da molti è quindi utilizzare un faro o una luce per illuminare il campo della telecamera ma per ovviare a questo, ora, quasi tutti i tipi di telecamere sono dotate di LEDInfrarossi.
Nel corso degli anni si sono rese disponibili esistono molti tipi di dispositivi, come:
Wireless: che permettono un'installazione senza fili
IP: Che permettono di utilizzare la rete Internet per sorvegliare a distanza il luogo desiderato. Questo tipo di tecnologia non presenta limiti di risoluzione e grazie al wireless permette connessioni a lunga distanza permettendo quindi una sorveglianza a distanza. Si trovano comunemente in parchi, autostrade e luoghi pubblici. In taluni casi possono essere mimetizzate o del tipo che permette un movimento controllato da remoto.
Finte: Sono telecamere non funzionanti con un LED lampeggiante per simulare che la telecamera è realmente attiva.
LED infrarossi che permettono la visione della telecamera in bianco e in nero anche in piena notte in un vialetto completamente buio. Se si guarda la telecamera quando i LED infrarossi sono accesi si vedranno i LED di colore rossi. Le telecamere dotate di LED infrarossi sono anche dotate di un sensore crepuscolare che farà accendere i LED infrarossi non appena il sole calerà.
Termiche che consentono una visuale notturna a gradienti di colori (in base alla temperatura emessa dal corpo che ci si trova di fronte).



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